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C'è una natura delle cose, un equilibrio originario che unisce la madre-terra, le comunità e le singole persone. Una armonia dinamica che l'uomo moderno con la sua hybris ha scardinato. La devastazione ecologica, etica e sociale del nostro tempo ne è la conseguenza più evidente. Ma fra le rovine della città del progresso, dal profondo umano una nuova sensibilità sembrerebbe riemergere. Un sentire spirituale che rigetta le secolarizzate fisime filosofiche, politiche ed economiche antropocentriche che fanno da paradigma al dominio della tecnica e del mercato. La coscienza ecologica ha radici antiche, si situa sulla scia dell'uomo greco e della sua idea di physis, di una natura integrale ed organica in grado di sublimare la triade ambiente-città-individuo.